Con malcelata invidia, i trader di tutto il mondo hanno dovuto incassare in settimana la notizia che il leggendario Bill Gross, il gestore di Pimco Total Return, anche questa volta ha vinto la sua
scommessa.
Come rivelato dal «Financial Times» di mercoledì 10, il suo fondo ha guadagnato 1,7 miliardi di dollari in conseguenza del salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac. Gross aveva costruito nei mesi scorsi una posizione molto importante (69% dell'attivo, che è pari a 129 miliardi di dollari) in titoli emessi a fronte di mutui ipotecari (mortgage bonds), «sicuro del fatto che il Tesoro Usa avrebbe agito» in aiuto dei due colossi bancari in grave difficoltà.
Gross, che ha cominciato la sua carriera come giocatore di blackjack a Las Vegas, non è nuovo a colpi come questo, che in 21 anni alla guida del fondo gli hanno permesso di surclassare l'indice Lehman Brothers del reddito fisso Usa (8,25% contro 7,38% annualizzato dalla partenza). Finora ha avuto quasi sempre ragione. In quest'ultima occasione, la sua convinzione è stata vincente su quella degli altri operatori, che non hanno acquistato per tempo a mani basse mortgage bonds come ha fatto lui. Che Gross disponga di informazioni migliori di quelle di altri? Improbabile (oltre che illegale), anche se la presenza dell'ex-Governatore della Fed Alan Greenspan tra i consulenti di Pimco è preziosa.
Supponiamo che anche Gross si sia mosso in condizioni di incertezza, pur con più della metà delle probabilità a suo favore. Dunque i suoi sottoscrittori hanno corso un rischio, in modo più o meno consapevole. Gli è andata bene. Per caso o per bravura di Gross? Difficile rispondere. Sta di fatto che a 12 mesi (al primo agosto) un signor Rossi o un Herr Schmidt che avessero scelto dei banali titoli a breve termine italiani o tedeschi avrebbero fatto meglio di Gross, grazie alla svalutazione del dollaro (4% contro -4,1% in euro). Per puro caso, si intende.